Recensione: "LA MEZZA GUERRA" di Joe Abercombie.







Genere:  Fantasy
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine:
 390
Prezzo: € 9.99 (e-book) - € 20,00
Uscita: 8 Settembre 2015









Sinossi:

L'ora dello scontro finale è arrivata. Il Gran Re e Gran Madre Wexen hanno giurato vendetta, più feroci che mai. Sono stati traditi dal possente Grom-gil-Gorm, lo Spezza-spa-de, il Creatore di Orfani, il re che non può essere ucciso da nessun uomo, che ha voltato loro le spalle e ha stretto un'imprevedibile alleanza con Uthil, il Re di Ferro, il mortale nemico di una vita. Un affronto che il Gran Re e Gran Madre Wexen hanno deciso di vendicare a ogni costo. Per questo hanno mandato il loro miglior generale, Yilling lo Splendente, a saccheggiare, depredare e distruggere qualunque cosa si trovi sul suo cammino. Yilling lo Splendente che sorride alla vista del sangue e non venera altro dio se non la Morte. I regni cadono l'uno dopo l'altro, ed è il turno del Throvenland. La famiglia reale è sterminata. Resta solo Skara, giovane e fiera principessa, cugina della Regina Laithlin di Gettland. Ma la sua vita è nelle mani di Jenner il Gramo, pirata e malfattore alla ricerca di un'improbabile redenzione. Intanto a Gettland i nemici di un tempo devono mettere da parte le antiche divergenze e organizzare la difesa contro il Gran Re. Riusciranno Skara e Jenner a raggiungere in tempo Gettland? E padre Yarvi, Thorn Badu e Grom-gil-Gorm scorderanno davvero gli anni di inimicizie e odio, per unirsi in un'alleanza che sappia resistere alla forza d'urto dei nemici?


La serie “ Trilogia del Mare Infranto” è così composta:
1.  Il mezzo re (Half a King)
2. Mezzo mondo (Half a World)


3. La Mezza Guerra (Half a war) 







La Trilogia del Mare Infranto si conclude “con il botto”: finalmente arriva la guerra, preparata dai due libri precedenti. Madre Guerra sa come essere spietata ed esige sempre il suo contributo. Questa volta il prezzo da pagare è molto alto. 
Preparatevi alla durezza della battaglia e a scoprire come si porta avanti la guerra: non solo sul campo, ma anche attraverso la spietatezza dell’intelletto. Uno dei motti del romanzo recita “Solo mezza guerra si combatte con le spade. L’altra metà si combatte”. Preparatevi a scontri verbali, all’arguzia, alla scaltrezza e alla forza di volontà mentale. 
Nel senso tradizionale della guerra, il contributo è morte, violenza, distruzione e disperazione, ma anche rivalsa e speranze. Il romanzo riflette anche su un altro contributo, più intimo, legato alla “guerra intellettuale”: che cosa porta ad avere il dominio sui sensi di colpa, sui timori e sulle emozioni per decidere e indirizzare le scelte verso il bene o il male minore? Della situazione risentono due tra i personaggi più complessi, Padre Yarvi e la regina Skara. Padre Yarvi, giovane d’età ma ormai Ministrante maturo, è lo stratega che sfrutta l’astuzia e l’arte dell’affabulazione per guidare l’esercito verso la vittoria e i propri obiettivi. Ammetto di essere arrivata vicina a detestarlo, ma l’ammirazione che ho sempre provato per lui è stata più forte. La regina Skara impara a sostenere il suo ruolo con fermezza, scovando in sé l’autorità e l’acume che la distinguono. Credo che avrebbe potuto diventare un degno avversario o amico per Padre Yarvi. Quale prezzo interiore pagheranno questi due giovani? 
Le conseguenze delle loro scelte ricadono sugli altri personaggi. Ho ritrovato con piacere “i vecchi” personaggi: Thorn Bathu e Brand sono ormai consapevoli di se stessi e del loro legame, anche se Madre Guerra non risparmia nessuno. Finalmente viene dato maggiore spazio ai due sovrani nemici-amici Grom-gil-Gorm e Uthil, e chissà, magari il lettore potrebbe apprezzarli nonostante le apparenze. Emerge un altro “finalmente!”: la strega Skifr (che reputo il personaggio più macchiettistico della serie) dà prova della sua conoscenza. È stata una sorpresa conoscere meglio Jenner il Gramo, che compie il salto di qualità ponendosi al servizio della regina Skara. 
Tra le new entry segnalo due tra i protagonisti. In realtà Koll, diventato apprendista di Padre Yarvi, è una “vecchia conoscenza”, ma in questo libro è uno dei personaggi principali. L’altro è Raith, aspirante assassino, coppiere e guardia di Grom-gil-Grom, che presta servizio per la regina Skara. Il percorso di maturazione, sostenuto dalla guerra, li porta a riflettere su se stessi e a scegliere il loro destino. Raith mi ha suscitato maggiore partecipazione. Ha vissuto un’esistenza solitaria, con l’unico sostegno del fratello, immersa nella violenza, nella brama di vittoria, nella regola del “vince il più forte”. Ma la sua natura guerriera cela sensibilità e compassione. 
La trama, quindi, è incalzante, dominata da Madre Guerra che, oltre a quanto già accennato, impone colpi di scena notevoli. I fatti sono mostrati attraverso le sensazioni dei personaggi, che coinvolgono il lettore nella storia. Preparatevi ad emozioni forti. Ho trovato questo capitolo il più intenso della saga. La conclusione, come potete immaginare, è dolce-amara, ma l’ho trovata appropriata. 
Lo stile è lo stesso a cui hanno abituato i romanzi precedenti: colloquiale, ma non troppo, per rispettare il target giovanile di riferimento e il carattere dei personaggi e per consentire una lettura fluida. La sfumatura ironica è ancora presente, ma meno accentuata a causa del contesto. Lo stile pone attenzione all’ambiente simil-medioevale, ma ho riscontrato una nota dolente: l’uso del “voi” viene abolito. Mi chiedo perché non sia stato rispettato durante la traduzione, visto che in italiano “il voi”, simbolo di deferenza, era necessario nelle epoche passate. 
Salutare questa saga mi suscita nostalgia. È diretta ai giovani, mentre io preferisco letture più adulte e articolate. Ma ho adorato i personaggi, soprattutto i ragazzi, perché sono carismatici, intensi, e affrontano un percorso interiore complesso ben delineato. Mi mancheranno il mio preferito “il piccolo-grande” Yarvi, ma anche Thorn Bathu e Brand, Koll e Raith, la giovane regina Skara; le ciurme che hanno animato le storie e sostenuto i protagonisti, con la pazza Skifr in testa; persino i due sovrani bellicosi e la regina Laithlin, la versione “buona” di Cersei de “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di Martin. Mi è piaciuto il fatto che i libri siano farciti da sentenze, con alcune che invitano a riflettere. Forse l’autore ha optato per questo per far meditare i giovani lettori? Lo scenario simil-medioevale e la trama incalzante rendono l’atmosfera da fantasy classico, che gli appassionati di fantasy come me non possono non apprezzare. Spero sempre che saghe di questo genere, che di fatto lasciano ipotizzare scenari futuri, continuino almeno un altro po’, oppure che non finiscano mai.






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