Romance storico: Mary Balogh!



Buongiorno e buon giovedì degli storici! Oggi per la nostra rubrica una super intervista a una delle autrici più famose del panorama romance internazionale. Di chi stiamo parlando? MARY BALOGH!









Cara Mary,
Grazie infinite per averci concesso l’onore di questa intervista.

Oh, il piacere è tutto mio.

1. Lei è una affermata autrice di romanzi storici, una delle più prolifiche e stimate nel mondo. Come è nata la passione per la scrittura e, in particolare, per il genere historical romance?
Ho sempre desiderato diventare una scrittrice, fin da quando posso ricordare. Già da bambina ero una lettrice vorace e scrivevo lunghe storie sui quaderni. Crescendo non sapevo esattamente cosa avrei voluto scrivere, e comunque non avevo molto tempo: ho insegnato Inglese in una scuola superiore, mi sono sposata e ho avuto tre bambini. Poi, durante il congedo di maternità, ho scoperto i romanzi regency e georgiani di Georgette Heyer e mi sono innamorata del suo stile e dei periodi storici che raccontava. Amavo già Jane Austen, che scrisse nello stessa epoca. Finalmente avevo scoperto cosa volevo scrivere. Ho ambientato la maggior parte dei miei libri nell’epoca Regency(1811-1820) fin da allora.


2. I romanzi storici richiedono molte ricerche e una grande capacità di fondere gli spunti fantastici con quelli reali. Quali sono le difficoltà che incontra nello scrivere di epoche passate? Quali compromessi stilistici e lessicali ha dovuto compiere per renderli credibili?
All’inizio ho svolto le mie ricerche attraverso la letteratura degli autori di quel tempo, soprattutto la Austen, e attraverso i testi di storia che sono riuscita a trovare. Le notizie sulla storia sociale erano difficili da reperire, e all’epoca internet non esisteva. Non è stato facile scoprire cosa indossassero le persone, cosa mangiassero, i loro divertimenti, dove vivessero, quali usi e costumi seguissero eccetera. Comunque, poiché la maggior parte dei miei libri sono stati ambientati nell’Inghilterra Regency, ho potuto usare la stessa base di ricerca più volte. Talvolta – se, per esempio, i miei personaggi sono coinvolti nella battaglia di Waterloo – ho dovuto effettuare ulteriori ricerche specifiche.
Per lo stile, ho dovuto scegliere alcuni compromessi: volevo che il mio stile sembrasse proprio dell’epoca, e allo stesso tempo volevo anche che risultasse comprensibile ai lettori contemporanei. A volte questo significava scrivere frasi più brevi e semplici che gli scrittori o i parlanti dell’epoca avrebbero usato. Nonostante ciò, ho cercato di non far sembrare il risultato poco autentico. Spesso paragonavo il compromesso a camminare in bilico su una fune tesa senza cadere. Ho anche cercato di rendere i miei personaggi e i loro pensieri compatibili con il loro tempo, ma anche congeniale ai lettori moderni. Le donne, per esempio, non avevano nessun potere nell’epoca Regency: appartenevano agli uomini. Ma questo non significa che fossero sempre miti e dolci, o sottomesse e miserabili. Consideriamo Elizabeth Bennet in Orgoglio e pregiudizio. E gli uomini, sebbene avessero tutto il potere, non erano dei tiranni o insensibili ai bisogni delle donne.


3. Lei è ormai un’autrice affermata, ma agli inizi è stato facile o ha dovuto insistere per vedere le sue opere pubblicate? Ha sempre saputo di voler fare la scrittrice o ne ha fatto un mestiere solo dopo i primi successi?
Sono stata fortunata ad avere un editore che ha amato i miei libri fin dall’inizio e mi ha sempre voluto mettere sotto contratto per più libri. Non pagavano molto a quei tempi, per questo ho dovuto continuare a insegnare per alcuni anni mentre scrivevo. Ma stavo facendo ciò che avevo sempre voluto fare, e amavo anche insegnare, perciò non è stato affatto duro. Tre anni dopo la mia prima pubblicazione sono stata finalmente in grado di diventare una scrittrice a tempo pieno.


4. La saga della famiglia Bedwyn è una delle opere più apprezzate in Italia. Ci può raccontare qualche aneddoto su come è nata? Quali sono i personaggi della famiglia a cui è più affezionata? Avremo mai uno spin-off sui figli adottivi di Aidan ed Eve?
Mentre scrivevo Un’estate da ricordare, avevo bisogno di una famiglia di aristocratici arroganti e piuttosto antipatici per rendere le cose difficili a Lauren, la mia eroina. Si era appena fidanzata con Kit Butler, Visconte di Ravensberg, il quale avrebbe dovuto sposare un membro di quella famiglia, Freyja Bedwyn — e loro non ne erano entusiasti. Quando Kit porta Lauren a conoscere il Duke of Bedwyn, il fratello maggiore di Freyja,  l’intera famiglia è riunita lì, con l’eccezione del secondo fratello (Aidan), che stava combattendo nelle Guerre Napoleoniche. E così nacque la famiglia Bedwyn. Erano così prepotenti, sia insieme che singolarmente, che volevano prendersi il libro di Lauren e Kit. Ho fatto resistenza per renderli personaggi minori della storia, ma dietro la promessa che scrivessi un libro per ognuno di loro appena avessi finito. E, sì, quella serie è diventata molto popolare anche in Nord America. Penso che Wulfric, Duca di Bewcastle, sia il mio preferito della famiglia, sebbene li abbia amati tutti. Non sono sicura di scrivere un libro anche per il figlio e la figlia adottati di Aidan e Eve, di solito non considero l’idea di scrivere storie per bambini con i miei personaggi. Ma, chi lo sa? Potrebbe accadere.


5.  La sua capacità di trasmettere le emozioni dei suoi protagonisti ha decretato il successo dei suoi romanzi. Ciò denuncia una grande empatia da parte sua per i suoi eroi. Ha mai avuto, tuttavia, difficoltà a immedesimarsi nei personaggi? In alcuni suoi romanzi, per esempio La Melodia del Cuore (Silent Melody) e Semplicemente Amore (Simply Love), in cui i protagonisti sono menomati ha avuto problemi a rendere in modo così vivido le sensazioni provate dai protagonisti?
Ho sempre avuto il dono di immedesimarmi nel corpo, mente e anima di altre persone. Ho sempre trovato facile comprendere e simpatizzare con tutti, anche con le persone che non approvo. Mi piace scavare a fondo nei personaggi che ho creato per raggiungere i recessi delle loro anime e renderli persone reali. E amo le vere sfide — un’eroina sorda e incapace di parlare, per esempio, o un eroe cieco, o un artista che ha perso braccio e occhio destro nella guerra, o una donna di buona famiglia costretta dalla circostanze a diventare una prostituta. Ed è stato sempre gratificante (e un sollievo!) sentirsi dire che li avevo gestiti bene. Il mio editor, sconosciuto fin a quando La melodia del cuore non fu scritto, aveva una figlia sorda e mi assicurò che avevo descritto bene la mia eroina. Una lettrice cieca mi ha scritto proprio in questa settimana per dirmi che avevo ben gestito l’eroe cieco di La luce dell’amore. Non ho mai conosciuto qualcuno che sia cieco o completamente sordo, ho descritto i miei personaggi solo attraverso la mia immaginazione. E devo sempre tenere presente che i miei personaggi vivono nell’Inghilterra dell’inizio del XIX. I sordomuti finivano spesso in manicomio a quei tempi, e non c’erano aiuto come il Braille per i ciechi.


6. C'è un libro tra i suoi che ama più degli altri? Una storia che vuole scrivere ma non è ancora riuscita?
È difficile scegliere una storia preferita perché le amo tutte. Forse ho una particolare predilezione per Il Duca di Ghiaccio, Semplicemente amore, Il celebre libertino, D’amore come d’accordo, Un’estate da ricordare, La proposta. D’accordo, ora mi fermo.
No, non c’è una storia che desidero scrivere e non l’ho ancora fatto. Ogni volta che sento di volerlo, la scrivo semplicemente, senza perder tempo!


7.  Il suo primo libro pubblicato è stato A Masked Deception, un Regency.  Molti suoi libri sono ambientati in quest’epoca. Cosa la affascina della Reggenza?
Amo tutto: l’abbigliamento davvero sexy (sia per uomini che per donne), le case signorili, i mezzi di trasporto, la vita mondana di Londra, le grandi danze. Mi piace anche il sentore di una società più elegante e ordinata con le sue maniere codificate e il codice d’onore. Mi piace la formalità nella relazioni sociali. Mi sembra una perfetta età romantica, a patto che non si scenda a fondo nel lato oscuro della vita, ovviamente. È un’epoca che mi fa sentire nostalgia di un passato semplice, sebbene sia sicura che odierei vivere a quei tempi.


8. Sono trascorsi 30 anni dalla sua prima pubblicazione. Prova ancora le stesse emozioni quando riceve la sua copia stampata? Cosa crede sia cambiato negli ultimi trent’anni nel panorama letterario? Scriverà mai un romance contemporaneo?
Non scriverò mai romanzi contemporanei. Non ho la "voce" o le competenze, soprattutto ora che sono anziana. Capisco più cose e guardo con simpatia alla vita che si è soliti vivere. È ancora emozionante per me tenere un libro finito e pubblicato fra le mani, anche se penso che nulla possa superare l’emozione di vedere il primo libro con il mio nome e il mio titolo sulla copertina e la mia storia nelle pagine. Molte cose sono cambiate in 30 anni, al punto che non saprei da dove iniziare. Forse gli e-book e il self-publishing e la chiusura di così tante grandi librerie sono stati i cambiamenti maggiori, ed entrambi sono sia stimolanti che spaventosi.


9.  Cosa le ha insegnato l’esperienza? Cosa consiglierebbe a chi sta muovendo i primi passi nel mondo della scrittura? Ci sono guide o studi che ritiene necessario compiere?
L’esperienza mi ha insegnato a scrivere i miei libri. Ho letto molti pochi romance perché non volevo essere influenzata dagli altri. Non ho mai seguito la moda, come i romantic suspense o il paranormal, per esempio. Anche quando l’historical romance passava di moda, ho continuato semplicemente a scrivere i miei libri e c’è sempre stato un mercato per loro. Non cerco aiuto o consigli mentre scrivo. Nessuno legge i miei libri prima che siano finiti, e il mio editor è sempre il primo a farlo.
Il consiglio che do sempre agli scrittori che me lo chiedono è di scrivere. Solo questo. Non aspettate di aver letto tutti i manuali di scrittura o andare a ogni workshop che riuscite a trovare. Non aspettate di avere tempo. Scrivete ora. Se c’è una storia dentro di voi fatela uscire, nel vostro modo personale e con la vostra voce.


10.  Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Ho intenzione di continuare a scrivere fin quando non vorrò o non potrò più farlo.


Grazie per aver concesso questa intervista a Insaziabili Letture e complimenti per il suo lavoro. Spero un giorno di poterla avere in Italia per farle sentire l’affetto e il calore delle sue fan.
Sarebbe davvero fantastico! Grazie a voi per avermi fatto queste domande e dato l’opportunità di comunicare con i lettori italiani. È stato divertente.





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2 commenti:

  1. Bellissima intervista!
    Mary Balogh è stata per me la prima scrittrice regency che ho imparato ad amare e di cui aspettare la prossima uscita. Perciò sono lieta del suo nuovo straordinario successo italiano degli ultimi anni.
    Il duca di ghiaccio, secondo me, è, per molti aspetti, il miglior romanzo regency mai scritto. Li ho amati tutti, però, in maggiore o minore misura, anche se la mia lista di valore non corrisponde molto a quella dell'autrice.

    RispondiElimina
  2. Non postate anche 'intervista originale? Mi piacerebbe poterla leggere in inglese, con le risposte esatte dell'autrice. Altri blog lo fanno. Isabella

    RispondiElimina

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